Cannes 71 | Quinzaine des Réalisateurs | Weldi

regia Mohamed Ben Attia
con Imene Cherif, Mohamed Dhrif, Mouna Mejri, Tarik Copti, Taylan Mintas, Zakaria Ben Ayed
Tunisia, Belgio, Francia, Qatar 2018

Quinzaine des Réalisateurs – Festival di Cannes 2018

Riadh lavora nel porto di Tunisi, vive insieme alla moglie Nazli e al figlio Sami, che si sta preparando per gli esami di scuola superiore. Sami soffre di continue emicranie. La sua evidente apatia viene tradotta dallo psichiatra in stato depressivo ma Riadh non accetta questa diagnosi e, quando scompare, decide di seguire il figlio. Questo è il mondo dei social network e il pedinamento di Riadh parte proprio da facebook, dove scopre, grazie a un messaggio, che il figlio potrebbe essere in Siria.
Mohamed Ben Attia, giovane regista nordafricano, è sicuramente uno degli sguardi interessanti di questa stagione cinematografica. Come nella sua opera prima – Hedi, dove lo sguardo parte innanzitutto dai travagli sentimentali del protagonista – torna a riflettere sulle questioni  politico-sociali di un’aerea geopoliticamente complessa attraverso il punto di vista e la sofferenza di chi resta, Riadh e Nazli, genitori di un diciannovenne partito per combattere in Siria.
Attia riesce a restituirci il quadro di un paese sotto la psicosi del terrorismo internazionale di matrice jihadista attraverso uno sguardo intimo, mai propagandista.
Riadh decide di riportare il figlio a casa. Attraversa la Turchia e il confine con la Siria. Ma incontra realmente Sami? O sogna l’incontro? E se la fuga di Sami fosse solo quella da una famiglia oppressiva? Quello che il film ci mostra diventa sempre più oscuro, più labile, più sfocato. Con maestrìa, Attia ragiona sulla complessità del presente della società tunisina senza mai scadere nella retorica.